La Santa Sede a processo a Londra: è la prima volta nella storia della Chiesa
Dentro l’aula 19 dell’Alta Corte di Londra, è comparso un “imputato” particolare: la Santa Sede. Il Rolls Building, sede dell’Alta Corte , ne ha viste tante, ma veder comparire il Vaticano è un fatto storico. D’altronde nemmeno la Chiesa, nella sua millenaria storia, era stata mai trascinata in un tribunale. Nello specifico, il moderno palazzo di Fetter Lane, tra la Chancery Lane e le Royal Courts, il cuore giudiziario della città, che fu inaugurato nel 2011 dalla Regina Elisabetta II ed è dotato di 2 super-corti di giuria per casi internazionali di altissimo profilo, si occupa di cause commerciali e di bancarotta.
Il ritorno (e rivincita?) di Mincione
A chiamare la Giustizia Divina davanti alla Giustizia di Sua Maestà, una sorta di Scontro tra Titani, è stato il finanziere Raffaele Mincione: la vicenda, ormai stranota, è quella del controverso palazzo di Sloane Avenue, nel super lussuoso quartiere di Chelsea, a Londra. Un tempo sede del garage di auto dei grandi magazzini Harrods, l’edificio, parte antico e parte moderno, era stato comprato dal Vaticano, per decine di milioni di Euro (frutto delle offerte per i poveri dei fedeli), dietro consiglio di Mincione, banchiere d’affari nato nel Lazio meridionale, partito per Londra per fare il trader e poi diventato imprenditore in proprio.
Un palazzo per due
A un certo punto, Mincione rivende l’immobile a Gianluigi Torzi, un altro finanziere italiano con base a Londra: il buco per il Vaticano aumenta ma i due guadagnano laute provvigioni, soprattutto Torzi che incassa circa 15 milioni di Euro. Proprio quelle commissioni esagerate, mentre l’immobile accumula una perdita di 180 milioni di Euro, spinge la Santa Sede ad aprire un’indagine e portare a processo i due finanzieri. Torzi, peraltro, è stato il primo cittadino italiano della storia a essere arrestato dentro le mura dello Stato della Chiesa; poi è stato condannato dalla giustizia vaticana e, infine, “catturato” a Dubai a inizio anno dove era scappato per sfuggire alla condanna. Mncione, che aveva uffici a Mayfair e oggi risulta residente in Svizzera, invece, è stato condannato a 5 anni e 6 mesi, più 8 mila euro di multa e interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Tutta l’intricata vicenda era stata ricostruita dal bel libro di inchiesta “I Mercanti nel Tempio” di Fabrizio Massaro e Mario Gerevini.
Commentando l’apertura dello storico procedimento giudiziario, Mincione ha dichiarato: “Sono lieto che questa causa in Inghilterra sia stata finalmente avviata. Non vedo l’ora che la questione venga esaminata da un sistema giudiziario indipendente e rispettato a livello internazionale”. C’e aria di assoluzione?
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