Crisi da Brexit? No, è la Banca d’Inghilterra che impoverisce i cittadini del Regno Unito

Bank of England
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L’economia inglese arranca: inflazione alle stelle, costo della vita alle stelle, famiglie che non ce la fanno. Colpa degli inglesi che hanno voluto la Brexit, ben gli sta. Lo scellerato addio all’Unione Europea sta iniziando a mostrare i suoi nefasti effetti. Macché. Se oggi gli inglesi pagano un conto doloroso alla crisi la colpa non è dell’uscita dal club di Bruxelles, ma della aggressiva, e dogmatica, Bank of England. La banca centrale inglese continua ad alzare i tassi di interesse: troppo e troppo velocemente. Per la dodicesima volta di fila, il governatore Andrew Bailey ha aumentato il costo del denaro: ora è salito al 4,5%, il più alto di tutta Europa. Un anno fa, i tassi nel Regno Unito erano a zero.

La stangata sui mutui

Dopo dieci anni di tassi a zero, che ha significato conti e depositi a rendimento negativo ma anche facilità estrema a ottenere prestiti, le banche centrali hanno invertito la rotta. Il motivo è stata l’inflazione che, dopo altrettanti anni a livello bassissimo, è salita a razzo. La risposta dei è stata quella di alzare il costo del denaro, di aumentare. A ogni aumento dei tassi, tutta la catena sociale ne risente. Il primo effetto è sulle famiglie indebitate: chi ha un mutuo sulle spalle, si vede improvvisamente aumentare la rata a fine mese. E su Londra si sta per abbattere una catastrofe: l’ennesimo rialzo dei tassi costerà 700 milioni di sterline di extra rata: una tegola che si scaricherà sui già stremati bilanci familiari. Nei prossimi mesi, nella capitale, scadono circa 100mila mutui a tasso fisso, stipulati nell’era dei tassi zero, che passeranno automaticamente al variabile, che viaggia attorno al 5% dopo i blitz della banca centrale inglese. A Londra l’importo medio in un mutuo casa è di 250mila sterline e la rata di un prestito ventennale aumenta in media di circa 500 sterline al mese, per un rialzo annuale di 6mila sterline che servono solo a ripagare il costo del debito.

La cura sbagliata ammazza il malato

I dottore ottuso cura il malato con una medica che invece di guarirlo, lo ammazza. Per aggiungere anche la beffa al danno, la Banca Centrale se n’è uscita un po’ lunare: ritiene che il Regno Unito non andrà più in recessione e anzi crescerà con una “andatura moderata”. Come sia possibile che economia possa crescere, se milioni di famiglie saranno affossate dal caro mutui, si fatica a comprenderlo. Una rata più alta del mutuo farà aumentare il tasso di delinquencies (morosità), con il rischio di pignoramento e addirittura sfratto. Nella migliore delle ipotesi, si ridurrà il potere di spesa dei cittadini che dovranno dirottare più liquidità ogni mese a pagare la rata. E dunque meno soldi che girano nell’economia. Per coprire l’extra spesa, si dovranno ridurre i consumi o intaccare i rasparmi, ammesso che uno li abbia: in ogni caso un impoverimento. Minori consumi, però, significa meno Pil e dunque una possibile recessione.

Una elite disconnessa dal paese reale

I banchieri centrali sono come i monaci amanuensi del Medio Evo: vivono disconnessi dalla realtà e applicano sempre le medesime regole imparate sui libri. Il manuale classico di macroeconomia dice che quando inflazione sale, bisogna alzare i tassi per raffreddare i prezzi. Ed è quello che, meccanicamente, la Banca d’Inghilterra sta facendo. Ma questa cura va bene quando c’è un’inflazione da domanda: se l’economia cresce a ritmo forti, aumentano anche i salari e la gente spende di più, con l’effetto di far salire i prezzi dei beni al consumo. Solo che nel Regno Unito, come nel resto d’Europa, i prezzi non salgono per l’economia che tira, ma per effetto del rincaro dell’energia, delle materie prime e della fine della globalizzazione dopo il Covid. L’Europa non cresce, sta solo rimbalzando dopo la batosta della pandemia. Non c’è alcuna inflazione da domanda, è un’inflazione da offerta, importata, mentre i salari non salgono quanto l’inflazione (la famosa spirale prezzi-salari).

Le previsioni BoE? Mai azzeccate

Sull’affidabilità delle previsioni della BoE, peraltro, il dubbio è legittimo: lo scorso autunno aveva annunciato l’Apocalisse economica per il Regno Unito. Non è mai arrivata. Ora che vede rosa, rischia di succedere il contrario. Peraltro si tratta della medesima istituzione che, poche settimane fa, aveva invitato i cittadini britannici ad abituarsi all’idea di “diventare più poveri”. Adesso, invece, sembra che i medesimi cittadini diventeranno più ricchi. “Mandiamoli in pensione i direttori artistici, gli addetti alla cultura” cantava Franco Battiato nell’immortale “Patriots“: forse bisogna aggiungere anche i banchieri centrali.

Ci vorrebbe una Truss

Ancora una volta si conferma che aveva ragione la vituperata Liz Truss: la premier Tory è sta fatta cadere per aver voluto (un po’ maldestramente) promuovere una politica economica espansiva, come il buon senso suggerisce in fasi di stagnazione o stagflazione. Ma è stata ingiustamente punita con la cacciata, dopo solo un mese al Governo. Al suo posto, con un golpe tutto interno al partito conservatore che ha sovvertito il voto della basa, è stato issato il “tecnico” Rishi Sunak, ex ministro del Tesoro, che sembra più obbedire ai mercati che agli elettori.

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