Quando Annunziata “londinese” sminuì Mario Draghi a contabile del PNRR

Condividi l'articolo

L’addio alla Rai di Lucia Annunziata, famosa giornalista ex presidente della TV di stato, sono la notizia dell’anno in Italia. Sembra che il paese si sia fermata di fronte all’auto-martirio della giornalista, dimessasi in aperta polemica con il Governo Meloni, con coda di solite polemiche sull’epurazione di Viale Mazzini. Addirittura una famosa trasmissione TV si è interrogata sul “Caso Annunziata”. 

La lottizzazione della RAI è vecchia tanto quanto la tv pubblica, nata già lottizzata come EIAR sotto il Fascismo e così proseguita per decenni fino a oggi. E a questo blog il tema interessa poco. Un caso analogo è successo, di recente, in Inghilterra con Gary Lineker, ex gloria del calcio inglese, e oggi strapagato commentatore sportivo della BBC, la tv pubblica britannica. 

Annunziata a Londra per presentare il suo libro

La vicenda, però, offre lo spunto per raccontare un piccolo aneddoto su Annunziata che riguarda il Regno Unito e che non sarebbe mai emerso se le dimissioni non avessero portato attenzione sul personaggio.  Circa un mese fa la ormai ex giornalista Rai è venuta a Londra, per presentare il suo ultimo libro: “L’Inquilino”, una poderosa (il volume è 500 pagine) carrellata su tutti i Presidenti del Consiglio italiani, pubblicata da Feltrinelli Editore

Il libro di Lucia Annunziata, pubblicato da Feltrinelli Editore

Tra il pubblico, nonostante la folta presenza italiana, c’erano anche molti inglesi, tutti però dell’intellighenzia progressista, quelli con il cuore orgogliosamente a sinistra ma il portafoglio saldamente a destra. Al momento delle domande, la curiosità del pubblico era tutta per i cosiddetti “governi tecnici”, un’eresia per la cultura anglosassone, dove nessun cittadino tollererebbe di essere governato da un premier non eletto. 

E tra i tecnici, le domande erano ovviamente per Mario Draghi, l’ultimo è più famoso, uscito sbattendo un po’ la porta meno di un anno fa. 

Draghi? Da Pater Patriae a mero vigile urbano

La risposta della conduttrice TV e scrittrice è stata spiazzante: tutto sommato, la fine del Governo Draghi non è stata così dolorosa perché si insomma alla fine era stato chiamato a dirigere il PNRR, i 200 miliardi di euro di fondi Ue in arrivo dopo il Covid. E dunque una volta esaurito quel compito, il suo governo non avrebbe avuto molto altro da fare.

Per chi, in Italia, avesse letto i giornali, guardato i TG o seguiti i social, un fulmine a ciel sereno. Ma come? Draghi non era il Pater Patriae arrivato a salvare il paese dalla deriva populista del Governo Conte? Ora viene relegato a un mero contabile? 

Già questo sarebbe clamoroso. Mai i giornali italiani, dei cani da riporto e non da guardia secondo una celebre definizione di Indro Montanelli, sono stati così servili come  con l’ex Governatore della Bce. Una melassa di elogi esagerati che ha infastidito lo stesso Draghi, ontologicamente lontana dalla cultura dei cortigiani. 

Una curiosa inversione a U

Ma ancor di più, questa sommaria liquidazione stona, perché la giornalista era annoverabile tra i sostenitori del “Partito Draghi Per Sempre” coloro che, fino a pochi mesi fa, invocavano il Premier a vita. Draghi era ritenuto così eccezionale, nessun altro avrebbe potuto avere la sua credibilità e autorevolezza, che l’Italia avrebbe dovuto lasciarlo a Palazzo Chigi per anni, senza andare al voto. 

Alla fine Draghi ha governato un annetto, senza infamia e senza lode. Non si è fatto odiare come Mario Monti, il penultimo Governo Tecnico, ma non è nemmeno stato il fenomeno che la medesima Upper Class italiana si aspettava, e non per colpa del premier, ma per le eccessive aspettative messianiche alimentate da giornali e TV. Uno dei tanti “Inquilini”, appunto.  

Sic transeat gloria caesaris. Da irrinunciabile Salvatore del paese, il Draghi della Annunziata in versione londinese finisce demansionato a poco più di un burocrate. Una spettacolare inversione di marcia. O, forse, chissà: nella leggerezza della trasferta, senza la pesante cappa di conformismo che avvolge l’Italia, l’inconscio della ex conduttrice tv ha svelato quello che da sempre pensava. E che anche una fetta di paese ha sempre pensato: il ruolo di Draghi era quello di tranquillizzare le cancellerie europee, assicurare Bruxelles che Italia non avrebbe sprecato i fondi della Ue. L’ennesimo tutore per un alunno ritenuto, a torto o ragione, indisciplinato. 

Bruxelles, Giorgia Meloni, L'Inquilino, Londra, lucia annunziata, mario draghi, Rai, Ue

© Copyright 2021 Piccadillyduomo.com | Web Agency