I prati ingialliti di Londra, già a Giugno, spiegano il disastro ambientale del clima

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A Londra fa un caldo anomalo e non piove da oltre un mese (se non per due temporali isolati). E’ appena giugno, l’estate è iniziata ufficialmente solo oggi, ma i prati stanno già ingialliti da settimane e la siccità attanaglia il paese.

Clima e Statistica

Un mese anomalo, di caldo o di freddo; un’estate più secca o piovosa di altre, possono capitare, anzi sono la normalità, perché la Natura non segue una regolarità matematica. Ma quando l’anomalia diventa la normalità di ogni anno, allora forse c’è un problema. Nelle ultime sei estati passate a Lonra, ho ricordo di cinque con bolle di caldo estreme. Le Heatwave, le ondate di calore, con temperature a 30 gradi e oltre (anno scorso per la prima volta nella storia si sono toccati i 40 gradi). Da quando esistono le rilevazioni meteorologiche, a Londra d’estate al massimo si toccano i 25-27 gradi e per pochi giorni. Ora le temperature sono molto più alte e per molte settimane. La velocità di questo cambiamento è impressionante e preoccupa: non ci vogliono gli scienziati per capire che c’è uno sconvolgimento climatico senza precedenti, dannoso e pericoloso.

Il Climate Change? Basta guardare i prati

Per secoli, l’erba a Londra è sempre stata verde, anche in estate. I prati non ingiallivano mai Che poi lo siano a giugno, come in Italia a fine agosto, è la più lampante dimostrazione del disastro ambientale. Dalla notte dei tempi le estati, qui, sono umide e fresche. Perché almeno una volta la settimana, anche al culmine del caldo, un temporale arriva sempre. E invece, ora di piogge nemmeno l’ombra, un sole che spacca le pietre e troppo caldo.

Anni fa, un mio amico mi disse una cosa che mi colpì per la sua precisione, parlando dei bellissimi giardini inglesi: “A Londra, il tempo fa da giardiniere”. Era vero: piovendo spesso, prati, alberi e aiuole sono sempre di quell’incantevole verde smeraldo. Oggi, invece, a Londra i prati sono bruciati: la zona del Kent, quella a sud-est di Londra e la più vicina all’Europa si sta desertificando, tanto che hanno iniziato a coltivare le viti e produrre vino bianco, cosa impensabile quando nel 54 dopo Cristo l’Imperatore Claudio conquistò la Provincia Britannia.

Non esiste l’Aria Condizionata

A Londra, nessuno ha in casa l’aria condizionata. I vecchi edifici, con le loro severe facciate Vittoriane o post-belliche, non lo consentono. Ma soprattutto i condizionatori non ci sono perché non servono. Non sono mai serviti. Come se a Siracusa ci volessero termosifoni in primavera o autunno. Impensabile. Peraltro, il cielo perennemente grigio ha fatto sì che, nei secoli, si siano costruite case delle finestre enormi, senza scuri, per immagazzinare più luce possibile. Con il termometro da giorni fisso sopra i 25 gradi e il sole a spiombo, le case inglese diventano delle serre. In queste notti, si fa fatica a dormire e spesso ci si sveglia sudati, dormendo solo con i boxer e una maglietta. In passato, anche d’estate si teneva una copertina sul letto perché di notte era comunque fresco.

Vietato Innaffiare

Climate Change” è un inglesismo fin troppo neutro per descrivere l’improvvisa (perchè avvenuta in appena 15 anni) catastrofe climatica. Ma gli effetti toccano già la vita quotidiana delle persone. Il sempre più secco e torrido Kent ha dovuto, già la settimana scorsa, lanciare il divieto di innaffiare e usare i tubi di gomma da giardino. Che per un inglese è come vietare a un italiano la tazzina di caffè.

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Il divieto è a tempo indeterminato: l’anno scorso fu emanato, per la prima volta in assoluto nella storia del paese, a fin agosto. Nel 2023, già a meta giugno. Scene da Pantelleria, dove l’acqua però scarseggia da millenni, non da paese noto per i suoi prati verdi e per l’abbondanza di acqua.

Bolla Africana sul Mare del Nord

Dai primi di maggio un anomalo vortice di alta pressione, troppo caldo e troppo asciutto per queste latitudini, si è piazzato sul Mare del Nord. Mentre nell’Italia centrale e meridionale è piovuto per settimane, nello stesso periodo, e dopo un inverno troppo caldo e una primavera troppo secca, con il Po ai minimi storici. Non servono grandi esperti per capire quello che i nostri nonni contadini, abituati a osservare la terra (mentre noi osserviamo ormai solo uno schermo, tutto il giorno), avrebbero subito intuito: stanno scomparendo le stagioni, sostituite da lunghissimi periodi di caldo, ormai le estati iniziano a giugno e finiscono a ottobre, che portano siccità; alternati a periodi di intense piogge, che causano alluvioni.

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