Altri 10 anni per Trenitalia nel Regno Unito, aspettando il Godot dell’Alta Velocità

Trenitalia rimarrà altri 10 anni in Gran Bretagna. A quel punto porterà il “Modello FrecciaRossa” sulle strade ferrate dell’Inghilterra, il paese che ha inventato le ferrovie ma che oggi è rimasto molto indietro, soprattutto nell’Alta Velocità.
A oggi, in Gran Bretagna la TAV di fatto non esiste: l’unico treno veloce è l’Eurostar da Londra a Parigi, nome tecnico HS1, che non fa alcuna fermata nel paese.
Il governo conservatore ha esteso dal 2023 al 2032 (con 3 anni di minimo garantito) la concessione ferroviaria da Londra fino a Glasgow, in Scozia: nel mezzo ci sono anche Birmingham, Manchester e Liverpool ossia le principali città del paese. E’ una delle tratte ferroviarie più strategiche.
Le Ferrovie dello Stato sono entrate nel 2019 nel Regno Unito. In alleanza con First, compagnia locale, hanno lanciato da zero Avanti West Coast che ha scalzato la Virgin Trains, la compagnia che prima gestiva la medesima tratta e poi di fatto scomparsa: uno dei tanti flop del magnate Richard Branson.
Per Trenitalia, la tempistica della concessione è cruciale. Tra quasi 10 anni, infatti, sarà ormai terminata la tanto attesa (e anche tanto costosa) HS2, la prima linea di treno veloce interna al paese: collegherà il ricco sud al disastrato nord, un po’ come la TAV in Italia, ma agli opposti. A quel punto, Avanti West Coast sarà automaticamente il gestore della nuova tratta veloce e Trenitalia potrà far sbarcare il “FrecciaRossa” (anche se il treno sarà un Avanti) anche in Inghilterra, dopo Grecia e Spagna.

La buona notizia è però offuscata da due nubi, che non dipendono da Trenitalia:
- Da ormai 3 anni le ferrovie inglesi sono state ri-nazionalizzate. E’ un paradosso: il paese che per primo ha privatizzato i treni in Europa, sotto Margareth Tatcher, ha ripreso il controllo del trasporto ferroviario e lo ha fatto peraltro un governo Tory. Oggi ci sono oltre 20 compagnie ferroviarie private nel paese, ma tutte operano sotto un regime statale: il governo si intasca tutti i ricavi ma copre anche i costi. Era una misura d’emergenza lanciata durante il Covid per evitare che le ferrovie collassassero, le compagnie fallissero tutto il paese fosse rimasto fermo. Ma ora non ha più senso.
- Con un sistema ferroviario socialista, solo in apparenza un libero mercato, le compagnie ricevono una somma come rimborso per gestire il servizio (management fee): nel caso di Avanti sarà di 5 milioni di sterline all’anno più altri 15 milioni di bonus per la qualità (puntualità, ecc.). E’ ovvio che con un modello economico senza rischi, ma anche senza profitti, nessuna azienda ha interesse a fare investimenti, a migliorare il servizio. In definitiva a fare una vera concorrenza, che poi sarebbe il fine del libero mercato, a vantaggio dei cittadini
- L’Alta Velocità inglese fa gola perché è l’ultimo grande paese europeo che ancora non ce l’ha e quando arriverà sarà dirompente. Ma il cantiere HS2 è in forte ritardo, i costi sono esplosi a 40 miliardi di sterline, e a oggi molti politici ed esperti sollevano interrogativi sul suo effettivo successo. La Gran Bretagna aveva il grandioso progetto di portare i treni veloci da Londra fino alla Scozia, accorciando il paese e facilitando la distribuzione della ricchezza oggi troppo concentrata solo sulla capitale. Ma la prima gamba della HS2, da Londra a Manchester (con una diramazione verso Leeds) è già stata tagliata: nel 2029, sarà inaugurata solo un piccolo tratto tra Londra e Birmingham, che è nel nord ma nelle Midlands, meno di quanto ci si aspettasse.
- Se tutto andrà secondo i piani, ma finora non è stato così, la TAV arriverà a Manchester nel 2032, proprio quando scadrà la concessione di Trenitalia. Chissà quando la ferrovia veloce arriverà a Liverpool, per non parlare della Scozia.
- In più la futura ferrovia veloce non arriverà nemmeno alla stazione di Euston, già oggi la base di Avanti e destinata a diventare la stazione AV di Londra, ma si fermerà in una stazione fuori dalla città, chiamata Old Oak Common, sempre per motivi di costi. Questa HS2 in versione minima rischia di rendere la TAV poco appetibile per un viaggiatore, mentre proprio il caso dell’Italia dimostra come l’Alta Velocità sia un grosso volano di sviluppo economico.
Trenitalia ha in mano una carta dall’enorme potenziale: essere la prima compagnia a gestire l’Alta Velocità nel Regno Unito. Ma è necessario che sia una TAV completa, che davvero colleghi il centro di Londra con il nord del paese. Per ora il FrecciaRossa è un Godot ferroviario. C’è da aspettare.
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